Su cosa sia diventato il punk, sono stati versati fiumi d'inchiostro.
Negli anni novanta, sembrava che vi fosse stato un ritorno in
auge dell'estetica musicale di questo genere. Se l'hype mediatico
aveva intravisto, giustamente, dei potenziali best-sellers nell'ambito,
in alcune città (Portland, Olympia, Washington Dc) degli
Stati Uniti, lontane dai grandi centri del business, veniva
recuperato invece l'aspetto maggiormente socio-politico del
punk.
In particolare, ciò che caratterizzò questo periodo,
fu il proliferare di band formate da sole donne (su tutte, le
Bikini Kill ) che rabbiosamente rivendicavano la nascita di
un nuovo femminismo, tanto da meritarsi l'appellativo di "riot-grrls".
Da un simile contesto, nascono a metà dello scorso decennio,
le Sleater Kinney, trio di Portland, composto da Carrie Brownstein
(voce/chitarra), Corin Tucker (voce/chitarra) e Janet Weiss
(batteria), che ha raccolto le istanze dell'epoca in un percorso
artistico di notevole livello.
Logico, allora, aspettarsi l'ennesimo cambio di programma che
prevede un nuovo album, "The Woods" (in uscita a fine
Maggio), prodotto da un nome di richiamo come Dave Fridman (Flaming
Lips, Mercury Rev e Low) e che sarà pubblicato dalla
Sub Pop, marchio storico della discografia a stelle e strisce.
Di
ritorno da una breve serie di date nel vecchio continente ("la
nostra casa discografica l'ha definito un press tour, noi preferiamo
chiamarlo un eating and drinking tour"), abbiamo scambiato
delle brevi "opinioni telematiche" con Corin Tucker,
visto che le nostre eroine ancora si dovevano riprendere dall'ultima
"immaginaria" gita nelle boscaglie ("The Woods",
appunto) americane "abbiamo imparato a dar la caccia
ai cervi ed a sparare coi fucili agli alberi della parte occidentale
dello stato di New York mentre registravamo il disco".
Strano a dirsi per delle artiste assai impegnate nella lotta
al governo repubblicano del proprio paese "L'amministrazione
Bush purtroppo continua ad offrirci delle amare riflessioni
per i nostri testi".
Una constatazione perfettamente condivisibile, tanto più
se si è stata una "riot-girrrl" che ora si
definisce "Modern Girl" (dal titolo di un nuovo brano
delle S.K., ndr.) "Carrie è una ragazza
moderna, io sono una donna moderna! La mia vera lotta - riot,
in inglese - si concentra tra l'attività di mamma e quella
di musicista".
Forse saranno venute un po' meno le aspirazioni rivoluzionarie
in ambito sociale ma dal punto di vista artistico, sicuramente
no "E' bello seguire liberamente il proprio estro, costruendo
un pezzo come - Let's Call It Love/Night Light - che dura quasi
quindici minuti".
Libere sì ma sempre attente a seguire gli utili consigli
di Fridman "A Dave piace che le chitarre lottino tra
loro sebbene è assai brutale nello scegliere chi deve
vincere".
Meglio, dunque, stemperare la tensione accumulata in studio
di registrazione, pensando alla futura pubblicazione in doppio
vinile del loro prossimo disco "Siamo cresciute amando
il vinile, così mettere in commercio del nostro materiale
in questo formato è stato come fare un regalo, strano
e meraviglioso, a noi stesse".
Anche voi, fatevi un regalo, perdetevi nelle "selve oscure"
delle Sleater Kinney
mi raccomando, però, niente
armi!
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