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Poche uscite ma lavorate bene. Stringiamo al massimo quasi
due anni di attività della Eclectic-Circus, ormai non
più neonata etichetta bolognese, per lasciar intendere,
a chi ne avesse bisogno, che il discorso discografico si gioca
meglio sul terreno della qualità che non su quello della
quantità.
Esce un disco, lo si promuove, si lascia fare tour e, alle buone,
festival ai gruppi, e si passa al disco successivo, senza sovrapposizioni
che possano inficiare tanto un buon lavoro di promozione quanto
buoni esiti alla cassa (riuscite ancora a comprare due dischi
di una stessa etichetta in una botta?).
E' così che i ravennati C.V.D. non si trovano
né Slim né Marta Sui Tubi (gli unici label-mates,
finora) tra i piedi nei programmi della Eclectic, lasciando
a noi la possibilità di occuparcene, per bene e con calma
(il debut album, "Test di Resistenza all'Onda d'Urto",
è uscito da qualche mese buono), e a loro (la band) di
spendere quattro chiacchiere live-to-tape, più abbondanti
del solito ma ben lontane dal semplice cambio-aria al cavo orale.
Quattro chiacchiere col frontman Aldo Becca per capire non solo
il bizzarro acronimo, ma cosa bolle nella poco catalogabile
"pentola rock" di questa nuova "Romagna in fiore"
C.V.D. - Cantautorato
Verso il Domani?
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Ci
spieghi qualcosa sul nome, così "troppo" semplice
per esprimere effettivamente quel significato ("Come Volevasi
Dimostrare")? A meno che la musica per voi non segua lo
"schema" dei teoremi
C.V.D. è la classica chiosa dei teoremi, sì, però
non significa nulla se non c'è nulla a precederla. Mi
piaceva anche perché la gente ci chiedeva cosa vuol dire
(C.V.D. anche in questo caso
farabutti!! - ndr)
volevamo un nome che non ci chiudesse dentro uno schema, ma
che rimanesse abbastanza aperto
Della vostra storia si può trovare abbastanza sul
web - meno si sa invece delle vicende che hanno portato alla
realizzazione di "Test di Resistenza all'Onda d'Urto"
Quando ci siamo formati abbiamo iniziato subito a scrivere dei
pezzi e a registrarli su un 4 piste. Da qui abbiamo iniziato
a mettere insieme un po' di strumentazione, e ogni volta che
avevamo qualcosa di nuovo lo registravamo.
Il disco è "capitato", perché eravamo
lì lì per autoprodurcelo quando il produttore
della Eclectic Circus ci ha chiesto di aprire un concerto dei
Marta Sui Tubi a Ravenna (città di provenienza dei C.V.D.,
ndr), però lui era chissà dove a prendere
il sole e quindi non ci ha visti suonare.
Dopo un mese però si è rifatto vivo dicendo "ho
il vostro demo, vi produco il disco" - e a quel punto abbiamo
preso tutti i pezzi, registrati in periodi diversi, scegliendo
quelli che ritenevamo più rappresentativi
fai conto
che il disco è una specie di "greatest hits"
(o "grezzest hits", o "grezz is he", come
qualcuno dagli altri bandmembers sibila, ndr) di un gruppo
che ancora non ha fatto uscire nulla.
I brani quindi che periodo coprono?
A partire dal 2000
forse fine 1999.
E l'apparizione di Manuel Agnelli su 'Finale Rorschach 1
(Minuetto)'?
Non è stata una semplice comparsata così per fare
con Manuel abbiamo fatto 5 pezzi che però sono su una
audio-videoinstallazione intitolata "Rorschach" e
realizzata insieme a Daniele Pezzi, che fa videoarte oltre ad
aver realizzato i nostri due video fatti finora.
L'idea di "Rorschach" era sostituire le parole con
le immagini di Daniele, e su queste comporre la musica; poi
abbiamo chimato Manuel - con cui avevamo già un buon
rapporto dopo che ci aveva chiamato per il Tora! Tora! 2003
e 2004 (ma conosciuto ancor prima come docente di un "corso
di formazione musicale" di cui parleremo più avanti,
ndr) - e lui è stato entusiasta di partecipare. Abbiamo
attrezzato una villa in Toscana a studio e per 3 giorni abbiamo
registrato. 'Minuetto', che hai trovato su disco, è,
come dice il titolo completo, la conclusione della prima di
queste videoinstallazioni
Ma sarà mai pubblicata?
Beh, ci stiamo pensando perché è veramente poco
commerciabile... stiamo ragionando su dei contenuti extra, perché
così com'è "Rorschach", benchè
completa, è difficilmente proponibile al mercato. Però
ci piace l'idea di far seguire al primo disco una cosa più
ibrida invece che un altro disco vero e proprio.
Come sintetizzeresti il contesto tematico dei testi? Più
poesia/immaginazione o più realtà delle cose,
delle vostre vicende? Peraltro il vostro cantato in italiano
è tra i meglio riusciti in circolazione
Preferisco un libro di poesia a un romanzo, quindi i miei testi
hanno una struttura più per versi, e sintetica
cioè di solito succede che scrivo qualcosa e, nell'adattarlo
alla musica, cancello le parti intermedie, così da lasciare
all'ascoltatore la possibilità di attuare il collegamento
tra le due parti rimaste separate, di ricostruirlo in maniera
soggettiva. L'idea che qualcuno trovi - se ne ha voglia - il
proprio significato in quello che scrivo mi piace molto
Ho notato peraltro anche una certa vena ironica in alcuni
punti
qualche cantilena, qualche cazzeggio più
generico
Sì, ogni tanto mi piace prendermi un po' per il culo
e se non lo faccio ci pensano gli altri nel gruppo a farlo
Sulla bio si parla della tua voce come di una "parte
della sezione ritmica". Mi spieghi tale concezione della
tua voce - o è qualcosa di implicito nella struttura
testuale appena descritta?
I testi li scrivo a parte, poi scriviamo le musiche, che sono
la cosa principale. Il casino è che le canzoni non nascono
sul tipo chitarra-e-voce - o almeno pochissime nascono così
-, quindi il mio lavoro è incastrare - per ultimo - il
testo sulla melodia e sulla ritmica, e allineare a quest'ultima
la metrica dei testi, soprattutto perché, lavorando con
delle dissonanze, a volte con la voce devo seguire la chitarra
e magari tapparmi le orecchie per non sentire il piano che va
in un'altra direzione
in questo senso la mia voce fa parte
della sezione ritmica, ma non ne è comunque lo strumento
principale.
(Filippo) ci sono diversi strumenti in questa "piccola
orchestra", e la voce è appunto uno di questi -
ma può anche non esserci, come appunto in 'Rorschach'.
Come sta andando l'attività live?
Sta andando bene, anche se non abbiamo tante date in calendario,
però stiamo cominciando a girare, e questo ci stimola
parecchio - nonostante sia un grosso sbattimento. Quest'anno
- e lo dico anche perché mi occupo della progammazione
dal vivo di un centro sociale a Ravenna - mi hanno contattato
un sacco di promoter italiani e stranieri, che puntano a quei
pochi locali dove il live funziona, e sono contatti che torneranno
utili in futuro per la band.
C'è un po' di crisi nel live, quindi va bene anche suonare
poco, purchè si possa rodare, rodare, rodare
(Filippo) la cosa più ironica è che in
questo centro sociale non abbiamo ancora mai suonato - anche
se, come è facilmente comprensibile, non ci vuole molto
perché accada
Peraltro pare che abbiate suonato con nomi discretamente
grossi (Patti Smith e Blonde Redhead tra gli altri)
La cosa più grossa è stata suonare in apertura
agli Afterhours alla Festa dell'Unità a Firenze nel 2003,
dal momento che ci aveva chiamati proprio Manuel, perché
gli piacevamo. Poi abbiamo fatto il Tora! Tora! 2003 e 2004,
poi abbiamo aperto un live dei Subsonica - anche se stavolta
era stato il promoter, e non il gruppo, a chiamarci. I nomi
che hai fatto erano nell'ambito del Sonica a Catania, ma era
un festival con un sacco di nomi
noi suonavamo al pomeriggio,
loro a mezzanotte
Cosa ne pensate dei concorsi musicali, voi che ne avete fatti
a go-go? Sono veramente utili?
Dipende dal concorso, perché la difficoltà di
suonare in giro esiste e il concorso può aiutare in questo
senso
la cazzata è quando vinci la registrazione,
perché ormai te la puoi fare da te ovunque
magari
esce qualche recensione. Poi non è che sia il singolo
concorso a servire, ma il farli in sequenza, così da
garantire una presenza costante e fare in modo di essere notati
la gente prima o poi si incuriosisce
Sì, ma gli scagnozzi dell'industria seguono questi
concorsi o guardano altrove, operando magari sulla solita "segnalazione"
di qualche "illuminato"?
Credo che ci siano, sì
poi non è che ti
prendono in un'etichetta perché sei andato bene a un
concorso, però aiuta nell'ascolto e nella valutazione
del demo il fatto di essere stati visti
spesso alcuni
di loro sono nelle giurie
(Filippo) i concorsi hanno una funzione soprattutto per
la musica pop/leggera
a Treviso in giuria c'era Mogol,
ed eravamo quasi delle mosche bianche rispetto agli altri. Abbiamo
fatto un pezzo molto tirato, tanto da far gasare i presentatori
di TMC2
però Mogol poco ci mancava che ci tirasse
una mazzata in faccia. Insomma, dipende dal concorso.
E il corso di formazione musicale che avete frequentato a
Modena? Qual è stato il suo contributo nell'economia
del vostro sound?
E' stato utile innanzitutto perché abbiamo lavorato con
gente valida. Il coso era sulla composizione, l'arrangiamento
, ma in realtà la dinamica era quella dello scambio,
cioe non è che loro ti spiegassero la lezione
Manuel ci svelava qualche suo trucchetto a proposito della composizione,
e poi abbiamo iniziato a capire come funzionano le cose, ma
non è che una volta dentro il corso sei dentro un "giro",
un "sistema".
Il corso era a numero chiuso e alle selezioni - c'era Manuel
con Alberto Cottica dei Modena City Ramblers - abbiamo messo
un pezzo, Alberto ci guarda spazientito chiedendoci quando dura
l'intro, e non eravamo lì che da un minuto
invece
Manuel era preso benissimo. La cosa buona è che la selezione
non era in base al gusto dei giurati, ma in base alle potenzialità
di sviluppo creativo dei concorrenti. Nessuno di noi ascoltava
gli Afterhours, Manuel lo abbiamo conosciuto prima come persona
che non come musicista - anche se sapevamo chi fosse
(Filippo) era interessante perché era strutturato
sulla logica del confronto diretto
non ti stavano a fare
lezioni di pura e semplice teoria e tecnica, ma ti davano dei
suggerimenti mirati su ciò che si stava provando a suonare
e alternativi fra di loro, così che ci veniva chiesta
la nostra opinione su come il brano potesse meglio svilupparsi.
Poi, ad esempio, ci veniva chiesto di comporre qualcosa in 40
minuti, ma con persone di altri gruppi, ognuno con le proprie
influenze, il proprio approccio
Per chiudere: il disco che ciascuno di voi avrebbe voluto
realizzare
(Aldo) "Doolittle" dei Pixies.
(Filippo) "Bodily Functions" di Matthew Herbert.
(Andrea)
..
(Enrico) "The Piper at the Gates of Dawn" dei
Pink Floyd (e aggiunge, a microfoni spenti, l'omonimo dei Motley
Crue, ndr).
Roberto Villani
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