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Iron
& Wine
fuori dalla cameretta.
Con il nuovissimo EP "The woman king",
il barbuto Sam Beam - a.k.a. Iron & Wine - è
alla sua quarta produzione (tra LP e mini cd) in appena due anni
e mezzo. Nel frattempo il folk in bassa fedeltà degli esordi
s'è arricchito di nuovi suoni e strumenti, gli arrangiamenti
sono diventati meno scarni e le registrazioni più professionali.
Evidentemente l'etichetta di autore di "bedroom songs",
canzoni da cameretta, cominciava a stargli stretta...
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I
testi del tuo nuovo EP parlano tutti di donne; la maggior parte
dei cantautori continuano a trarre ispirazione dalle donne...
Possibile ci siano aspetti del rapporto uomo/donna che non siano
stati ancora esplorati in una canzone? Quali caratteristiche
di questa relazione di interessano in particolar modo?
E' difficile rispondere a questa domanda. Personalmente mi è
capitato di rado di "scavare" sotto la superficie
delle mie canzoni, ma sono convinto che l'esperienza umana comprenda
una tale vastità di situazioni, che non sono sicuro riusciremo
mai ad "indagarla" in tutti i suoi aspetti. In ogni
caso, personalmente, mi interessa molto l'idea del cambiamento
dei ruoli dei due sessi, e cose del genere.
Dal punto di vista della varietà di suoni e di strumenti
usati, "Woman King" è ancor più ricco
di "Our endless numbered days" (in "Evening on
the Ground (Lilith's Song)" si ascolta persino una chitarra
distorta...). Ti eri annoiato della struttura per sola voce
e chitarra delle tue canzoni?
Non penso si possa chiamare semplicemente noia. Piuttosto mi
piace sperimentare nuove cose. Penso che, considerata la varietà
di suoni e di strumenti che possono essere utilizzati, sarebbe
davvero un peccato non far altro che far ripetere sempre lo
stesso disco...
Il tuo album di debutto fu considerato un disco di "canzoni
da cameretta": possiamo ancora considerare le tue canzoni
in questo modo?
Immagino di si...anche se non penso di sapere perfettamente
cosa voglia dire questa definizione. Penso che il tipo di registrazione
e la "tranquillità" delle canzoni possano dare
questa impressione del disco, ma non ho mai pensato ai miei
pezzi in questi termini, quando li ho composti. Penso che molti
dei nuovi arrangiamenti e dei nuovi strumenti usati rendano
questa definizione meno adatta per le nuove canzoni, ma credo
che se le avessi "spogliate", rese più scarne,
gli ascoltatori le avrebbero nuovamente etichettate in questo
modo.
Insegni ancora cinematografia? Pensi che la comunicazione
per immagini del Cinema abbia influenzato il tuo modo di scrivere
canzoni?
Non insegno più, ma sono sicuro di aver preso molto dai
miei studi sui film. Nell'arte della sceneggiatura, uno deve
limitarsi alla descrizione dell'azione e del dialogo, e ciò
m'ha insegnato molto riguardo la comunicazione "per immagini".
Mi rapporto alle canzoni più come poesie che come sceneggiature,
ma quegli studi mi sono comunque tornati molto utili
Ti piace il cinema italiano?
Fellini è uno dei miei più grandi eroi, adoro
il cinema italiano
La tua musica mi fa pensare ad un' "altra" America,
decisamente diversa a quella che noi - come europei - siamo
abituati ad immaginare (o meglio: diversa da quella che viene
mostrata attraverso i media). Quale "lato" del tuo
Paese pensi sia rappresentato nella musica di Iron & Wine?
Non saprei... probabilmente un lato molto meno "media-friendly".
Io semplicemente cerco di scrivere di persone e cose che mi
interessano. Ovviamente, ogni paese ha una faccia più
"realistica" che non viene mostrata dalla televisione
ogni giorno...del resto voi, ragazzi, mangiate davvero spaghetti
tre volte al giorno?
Daniele Lama
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