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Daniele
Luttazzi
Lo conoscete no? Come no? Luttazzi Daniele, professione presentatore
di giornalisti "impiccioni" nel pieno della seconda
Repubblica, vincitore di premi per comici emergenti alla Rai tanti
anni fa, citato da Le Monde, New York Times, El Pais come censurato
italico eccellente, ideatore di numero 8 monologhi, 14 libri umoristici,
4 show televisivi, ri-traduttore di Woody Allen e disegnatore.
Dai, lo conoscete: è quello che canta (in inglese) tutto
d'un fiato "Money for Dope". Sì, ha scritto pure
un concept-album, partendo dalla drammatica vicenda della morte
per overdose di un'amica nel '79. Freak Out l'ha intervistato.
Il freak-intervistatore, pertanto, non potrà più
comparire su Rai uno.
Luttazzi,
il satiro che canta
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Aperta
vocazione al musical con stoccate new wave, tensioni ballad
alla Nick Drake e ossimori tipo Elio. Ti garba questa definizione
per "Money for Dope"?
Ah, l'ossessione dei generi
la musica si usa come strumento
per narrare una vicenda, per cui la cosa va al di là
dei generi. Sarà sempre un mix di questi. Come David
Byrne, uno che mischia tante influenze con grande talento. La
prima cosa che la casa discografica mi ha detto è: "ma
questo è un genere indefinito, che musica è?".
Ma il genere conta poco, l'importante è che il tutto
suoni minimamente originale. Certo non si scappa, un'etichetta
dovevano affibbiarla: diciamo che me la sono cavata con "misto
new wave e jazz".
Cosa pensi dell'idea di copyleft legata alla musica?
Uhm
io sono un autore
diciamo che, se da un lato il
concetto di autore è forse degenerato, quindi lo si potrebbe
eliminare come privilegio su certe cose, dall'altro però,
mi dà sinceramente fastidio lo sfruttamento commerciale
dell'opera di ingegno da parte di terzi.
Riferimenti, santoni, re del giradischi e del lettore cd,
insomma i tuoi musicisti preferiti.
Battisti, sicuramente: i suoi dischi sono una miniera di perle
nascoste, di spunti fertilissimi. Mi piacciono molto anche Samuele
Bersani, Capossela, They Might Be Giants, e poi i gruppi strani
tipo gli Eels dove c'è uno che fa tutto lui
"Uno che fa tutto lui", come negli 883?
Vabbè lì c'è proprio la differenza tra
Dio e l'idraulico. Ti spiego: c'è una vecchia, clamorosa,
battuta di Woody Allen che recita "non solo Dio non esiste
ma provate a trovare un idraulico nel week end". Ecco,
tantissima comicità sfrutta questo paradigma, il binomio
asimmetrico tra il primo termine elevato e il secondo infinitamente
più prosaico. La coppia 883 degli inizi riprende questa
sproporzione Dio-idraulico.
Come hai messo insieme questo dream team di musicisti?
Tutto nasce dall'amicizia con il direttore d'orchestra Massimo
Nunzi che è mio coetaneo. Lui è apprezzatissimo
all'estero, ha collaborato con Gillespie, Urbani, Lester Bowie.
Ha anche vinto diversi premi in Francia. Solo in Italia è
poco conosciuto. E' lui la fonte che poi mi ha permesso di cucire
insieme l'ensemble jazz per il disco tramite la combinazione
amici degli amici degli amici.
Per i testi hai scelto l'inglese.
Mi esprimo in inglese non per pretese di diffusione internazionale,
ma perché è dai tempi degli ze Endoten control's,
il mio primo gruppo, che ho da sempre composto in quella lingua.
Mi viene naturale
Ah, gli ze Endoten Control's: eravate davvero così
bravi?
Io cantavo e suonavo la tastiera: nel '79 costituivamo uno dei
cinque gruppi di "riferimento" della Riviera, insieme
a Mickey & the Mouses, Shaming Borsalino, Violet Eves e
Rimini Beach Party. Per la verità pur aspirando ad un
temperamento à la Talking Heads, ci mettevano sempre
a suonare nelle serate assieme ai gruppi punk
La protagonista del disco viene sopraffatta dall'eroina.
Si può pensare che la diffusione di questa specifica
droga alla fine dei '70 abbia determinato la sterilizzazione
di un'epoca bollente di gioventù in fermento. L'11 settembre
ha fatto lo stesso con il popolo di Seattle?
Non ho elementi per poterlo dire. E' un'ipotesi interessante,
però non saprei
credo che sia un evento più
grosso di quello che attualmente crediamo, qualcosa che va davvero
oltre.
Quando in "East to be fooled" ripeti "no one
likes a busybody" ("nessuno ama i ficcanaso")
pensi inconsciamente a Marco Travaglio?
In generale è una regola della vita. Gli impiccioni non
piacciono, quelli che fanno un po' troppo i "curiosi".
Però ci vogliono i ficcanaso, altrimenti è troppo
comodo.
La canzone che consiglieresti ai milioni di americani che
hanno votato per il presidente uscente.
Credo qualunque pezzo del primo Gaber. "Libertà
e Partecipazione", andrebbe benissimo.
Sandro Chetta
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