Marlene Kuntz

Rabbia, lucida coscienza, un rinnovato senso di consapevolezza, le direttrici di un disco - "Bianco Sporco", che mentre scrivo queste righe è già al 7° posto dei dischi più venduti in Italia - realmente nuovo per i Marlene Kuntz. Cristiano Godano, da sempre io narrante del gruppo, ci guida all'interno.

Pur avendo un impianto produttivo simile a quello precedente, questo disco suona in modo molto diverso. Quello era dolce, fluido, questo ha più corpo. Anche nei testi la c'era il rifugio in una dimensione amorosa, qua ci sono versi come: "le donne non accendono sentimenti" oppure "ma quale gusto|se sto perdendo sicurezza e stimoli". Cos'ha determinato questo cambiamento di sensibilità?
Non è una virata brusca. E' che sennò poi va a finire che parlano di me che scrivo sempre le stesse cose...!
Questi pezzi sono uno sfogo, contengono testi che manifestano disillusione. Rabbiosa disillusione, come nel primo pezzo, Mondo Cattivo. Un'idea che nasce da me, per approdare ad un linguaggio condiviso da molti. Mondo Cattivo è un pezzo in cui esprimo questo senso di disillusione, questa domanda persistente se ha senso problematizzare le cose o non sarebbe invece meglio problematizzare sulle cose.
Ad un ascolto attento l'ho trovato un disco "senza respiro". Nel senso che la musica non vuole e non è mai autonoma da quello che dici. Come se avesse una vocazione quasi esclusivamente funzionale. Da cosa è dipesa la scelta di stare così incollati ai testi?
Non è stata una scelta premeditata. Nessuno ci ha ragionato a priori. E' stato un modo come un altro per fare musica. Magari un giorno faremo un disco di sola musica. E' stato anche per l'esigenza per meditare anche un modo diverso per modulare la voce.
Che apporto è riuscito a dare il basso di Gianni Maroccolo? Cos'ha portato di nuovo, sia come modo di suonare che nelle dinamiche di gruppo?
Gianni è entrato nel disco a composizione ultimata. I pezzi erano gia finiti, e al momento di entrare in studio li aveva gia ascoltati da un mese. Brano per brano ha dato qualcosa di molto personale. In generale credo che abbia dato molta più musicalità. Intendo dire più varietà di note, una gestione maggiore di resa e varietà delle soluzioni, non solo come bassista. Ha aiutato tutto il gruppo a rendere la musica più colorata.
Maroccolo ha preso il posto di Dan Solo, è stato consensuale il suo abbandono?
E' stata una situazione un po' travagliata. Abbiamo ragionato con lui, cercando di venirci il più possibile incontro. Ma quello che lui si aspettava noi non glielo potevamo dare. E' poi quello che succede nelle storie d'amore: nonostante il bene può subentrare l'esigenza di qualcosa che l'altro non riesce più a soddisfare.
Come mai la scelta di affidare a Giorgio Canali la produzione delle voci?
Giorgio venne a tamponare una situazione turbolenta durante la lavorazione del nostro ep "Fingendo la Poesia". Stavamo lavorando con un'altra persona che all'improvviso diede forfait, chiamammo lui, anche alla luce di un vecchio rapporto di amicizia, e lui fece un ottimo lavoro.
Un cantante rock ha sempre bisogno di qualcuno che gli dica come sta cantando. Spesso quando si è davanti al microfono si è giustamente troppo concentrati sul proprio lavoro, su ciò che si sta cantando; è necessario che dall'altra parte del mixer ci sia qualcuno attento ed esperto a dare buoni suggerimenti. Ho bisogno di giudizio.
Cosa c'è della "Concezione del Dolore" di Carlo Emilo Gadda che vi ha convinto a musicarne un passo?
La coincidenza è che finivo di leggere questo libro mentre lavoravo ai testi del disco. Appena ho letto questo passo l'ho dal primo momento considerato stupendo. Consiglio a tutti la lettura di Gadda, anche se è una lettura tortuosa ed impervia.
Qual' è il vostro pezzo preferito del disco?
Siamo ancora nella fase d'iniziale entusiasmo, in cui siamo innamorati di tutto quanto fatto in questo disco. Forse però, proprio "Mondo Cattivo", perché ne è il manifesto.
In "Bellezza", il primo singolo dell'album, dici: "Cerchiamo la bellezza ovunque". Fin d'ora, dove credi di averla trovata?
Il testo è molto attento a far cogliere che la bellezza la cerchiamo, ma non so se poi siamo in grado di trovarla. Il senso è più nelle strofe che nel ritornello: attraverso un range di possibili condizioni di vita, dall'abbrutimento alla sublimazione, è possibile trovare la bellezza. La stessa che bisognerebbe trovare in qualsiasi opera d'arte. E' comunque un argomento che attanaglia l'umanità. La fuga è nella bellezza, ma come e dove si andrà a finire non è dato saperlo.
Avete già qualche idea per la trasposizione live?
Non ancora. Gianni Maroccolo e Rob Ellis suoneranno con noi. L'idea è quella di fare un live con atmosfere il più vicine possibile a quelle del disco. Sarà un gran live, che esprimerà una nuova versione del gruppo. Più vivace. Alla faccia di tutti quelli che ci danno per dei rincoglioniti!
Gadda, Gozzano, la figura del battello così cara a Rimbaud: mi sembra che ci sia un approccio alla poesia classica molto consapevole. Poi dici pure: "un mito trito viene armato di lira ed abilità poetiche" che sembra invece essere sarcasmo. Tutte queste citazioni, questi riferimenti, sono legati a una consapevolezza di te come poeta o ad una critica alla poesia?
Non è critica, c'è piuttosto molta autoironia. Nella canzone in questione i poeti sono due, l'Io narrante che dice: io sono il poeta, e l'altro è il poeta che cito, cioè "l'onesto rifiuto" di Gozzano nei confronti di una fan, alla quale disse: "un mio gioco di sillabe ti illuse".
Ma io sono tutt'altro. L'io narrante del mio pezzo invece fa capire alla sua fan che disponibile a giocare....
Nei confronti della poesia c'è rispetto e circoscritta ammirazione.

PasQuale Napolitano

 
 
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