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SUPER
ELASTIC BUBBLE PLASTIC
"The
swindler": furore, idee, energia, ansie e sogni concentrati
in ventinove minuti. Questo in sintesi il promettente esordio
dei Super Elastic Bubble Plastic, trio composto da Gionata
Mirai (voce, chitarra, theremin), Alessio Capra (batteria)
e Gianni Morandini (basso). Proprio quest'ultimo è
stato il mio interlocutore nella seguente "chiacchierata"
realizzata via mail.
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Nel
corso delle mie interviste non manca quasi mai una domanda relativa
all'area geografica di riferimento, una prospettiva utile per
collocare la musica in una dimensione umana e sociale. Voi siete
lombardi, più precisamente di Mantova, e partirei proprio
da qui chiedendovi se i Super Elastic Bubble Plastic sarebbero
la stessa creatura se voi proveniste dalla Sardegna, dalla periferia
di Bologna o dal centro di Roma
.
Credo che saremmo gli stessi anche se venissimo da altre
zone geografiche. Forse se non fossimo di Mantova ma, per dire,
di Milano o Bologna, saremmo meno frustrati dalla piattezza
della provincia e magari ci saremmo fatti notare prima; ma la
musica sarebbe la medesima: quella dipende più che altro
dalla nostra personalità e dai nostri ascolti. La nostra
musica non proviene tanto dalla periferia di una città,
ma piuttosto dalla periferia del mondo.
Se fossimo di Bologna l'unica differenza è che questo
disco sarebbe già uscito da un anno e avremmo fatto più
concerti in giro. Già, perché nella nostra città
(il sindaco direbbe "città d'arte", è
solo uno slogan) mancano i locali per suonare, i gruppi mantovani
(e ce ne sono di buoni
) non sanno come promuoversi.
Siamo della Provincia, della Periferia, dove ci si aspetta che
ci siano solo lavoratori e acquirenti, dove le idee sono ancora
pericolose, dove il talento è un ostacolo sulla via della
realizzazione della vita borghese provinciale perfetta, casa-lavoro-discobar.
Vorrei andarmene, si capisce?
Cosa fate nella vita di tutti i giorni quando svestite i
panni di musicisti?
Da buon mantovano, lavoro. Facevo il postino, adesso sono in
un ufficio davanti a un pc.
Quali sono i vostri "numi tutelari", musicali e
non solo?
Gli uomini della storia che più ammiro, per ragioni
diverse, sono Gandhi, Gesù, Socrate, Voltaire, Galileo,
Huxley e qualche altro. Mi piacciono gli umanisti e i razionalisti.
Ma questo ha poco a vedere con la musica, a un musicista chiedo
solo di essere ispirato, non mi interessa che tipo di persona
sia. Non mi interessa se Pete Townsend è un pedofilo
o meno, gli Who mi piacciono comunque; John Bonham era un violento,
ma anche un signor batterista; Jello Biafra ha rubato le royalties
ai suoi compagni, ma chi se la sente di bruciare i dischi dei
Dead Kennedys per questo? La musica è superiore ai musicisti,
nella propria musica un musicista dà il meglio di sé.
E poi, nessun musicista è un dio per me, non tengo il
culto di nessuno: mi piace la musica, ma se un gruppo che adoro
fa un brutto disco, be', non lo adoro più! Non ho numi
tutelari.
Farti adesso un elenco dei miei ascolti preferiti sarebbe un
po' impegnativo, anche perché dovrei scegliere quei musicisti
che più si avvicinano a quella che è la nostra
musica; voglio dire, se a me piacesse Nick Drake (e mi piace),
avrebbe senso infilarlo tra le influenze dei SEBP? Tu lo senti
come influenza?
Ma se dico One Dimensional Man, i recensori infilano il loro
nome dappertutto e sembra che ascoltiamo solo loro. Per cui
ti rispondo: ascoltiamo tanta musica, ma ci piace solamente
la nostra!
I due nomi che spiccano nei credits del vostro disco sono
quelli di Madaski e dell'ex One Dimensional Man Giulio Favero.
Com'è stato lavorare con loro? Avete qualche aneddoto
da raccontarci?
Abbiamo conosciuto Giulio quando era ancora con gli ODM,
gli abbiamo chiesto di venire a registrarci, e così è
stato. Lavorando con Giulio mi sono reso conto di quanto dovessi
ancora crescere, tecnicamente e attitudinalmente, e quindi più
ancora dell'ottimo lavoro che ha fatto con The Swindler (i nostri
mezzi erano poveri, i soldi pochi, è venuto fin troppo
bene) dobbiamo ringraziarlo del "contatto umano".
Il fatto che Giulio sia insieme musicista e fonico, a parer
mio, è stato molto importante.
Lui e Gionata si vedono regolarmente, non è escluso che
in futuro si ripeta la collaborazione. Per Madaski il discorso
è diverso: siamo arrivati a lui tramite la nostra etichetta,
RedLed Records, dei cui ragazzi Madaski è amico; noi
l'abbiamo conosciuto a lavoro già terminato. Non c'è
che dire, siamo pienamente soddisfatti della masterizzazione:
la sua è una fama meritata.
Come persona è davvero particolare, è schivo ma
allo stesso tempo carismatico, parla poco ma non ti annoi mai.
Aneddoti? Se c'ero dormivo, se ero sveglio ero in bagno, se
non ero in bagno ero distratto
"The
swindler" lascia presagire che siate dei veri animali da
palco, ma adesso convincete a venire ad un vostro concerto chi
ancora non vi conosce
.
Il biglietto è a buon mercato! Fra tre anni paghereste
il triplo! (speriamo!) Puoi ballare! Puoi pogare! E se ci becchi
dopo il concerto si può bere una sciocchezza assieme
!
Il rock'n'roll è morto? E' malato? Oppure gode di
ottima salute?
Il rock sta benissimo, è il pop che è morto.
Le "idee" nuove, benché abbastanza rare, spuntano
fuori o nel rock (nell'accezione più ampia), o nell'elettronica.
Il fatto che il rock è semplice: se ripeti gli stessi
accordi due volte, non è un difetto: l'originalità
è nell'impatto, nei ritmi, nei contenuti. Nel pop invece
la melodia è tutto, e francamente nuove melodie non se
ne sentono da vent'anni.
Perché allora il pop va ancora forte mentre il rock è
in calo rispetto a trent'anni fa? Per me la risposta è
che il pop è musica che va bene come sottofondo mentre
viaggi in macchina, per cui lo spessore artistico è meno
importante dell'orecchiabilità: è musica di consumo
rapido che ha bisogno di vendere, non di rimanere nella storia.
Il rock invece sta passando di moda perché le menti migliori
della nostra gioventù si stanno rivolgendo altrove: l'informatica
va alla grande.
Se nei sessanta ci fosse già stato internet, non ci sarebbe
stata Haight-Ashbury. E se nei cinquanta ci fossero già
stati i cellulari? Elvis Presley non sarebbe diventato nessuno.
Il rock sta bene anche se vende poco: ricordiamoci che arte
e mercato non vanno di pari passo!
Siete soddisfatti del rapporto con la RedLed records?
Molto. Una piccola e sconosciuta etichetta è venuta
a cercarci, due ragazzi, Gianluigi e Alessandro, ci piacevano
e ci ispiravano fiducia, hanno accettato le nostre richieste,
abbiamo firmato: senza badare al fatto che fosse una piccola
realtà. Ora ci troviamo disco del mese di qua, interviste
di là, le radio, il video, le ospitate in tv
Come
si fa a non essere soddisfatti. Mi preme ringraziare però
anche il nostro management Metatron; una cricca, per noi, molto
importante che si sta sbattendo un sacco per il progetto SEBP
Qual è il complimento più grande che
un giornalista potrebbe farvi scrivendo dei Super Elastic Bubble
Plastic?
Non so, prova a dirmelo tu
!
Se avete voglia di urlare qualcosa, questo è il vostro
momento:
ZZZ
Link: www.superelasticbubbleplastic.net
Guido Gambacorta
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