Wire Orchestra - s/t (MT6)

Demo, diy o disco vero e proprio? Il solito dilemma che attanaglia la presa in considerazione di dischi come quello in questione, col forte sospetto di un’autoproduzione mascherata da etichetta. La MT6 records, in effetti, ha pubblicato anche altro materiale, roba che ha tutta l’aria di essere CD-R o poco più con copertine assolutamente artigianali, anche se in modalità povera più che propriamente artistica. Come nel caso, appunto dell’omonimo album della Wire Orchestra, collettivo dalla line-up elastica, coerentemente alla peculiarità predominante del relativo sound: improvvisazione!
Il termine risulta spesso utilizzato in maniera impropria, quindi inflazionato. Ma è questo il caso. Cominciamo da Newagehillbilly. Non è un ciclista ma un chitarrista, eppure sui pedali spinge forte. Dai sibili feedback-distorti al twang, il nostro non molla un attimo il timone dell’astronave improv-space-rock dell’ensemble di Baltimora. Facile dedurre, nello specifico, il carattere ruvido e acuminato del registro timbrico prescelto dai nostri, accentuato peraltro dalla bassa fedeltà della registrazione – dal vivo, senza overdub.
Pregi? Abbastanza. Tornando all’incipit, si può dire che il nostro “demo” oltreoceano diventa “diy”, e il passaggio segna anche un gap qualitativo, nel senso di poter trovare, in produzioni del genere, ciò in cui un album “regolare” difficilmente osa avventurarsi. Scelta apprezzabile: l’obiettivo non è provare disperatamente a far cassa sulla scia di modelli collaudati, ma evitare ogni sovrapposizione con questi onde presentarsi come titolari esclusivi di un qualcosa. E la storia è piena di roba del genere, giù giù nell’underground fino ai tape network più oscuri.
Ma ci sono anche i difetti, e non si tratta solo di ricordare che “non è tutt’oro ciò che luccica”. Il carattere artigianale di dischi del genere sfocia quasi inevitabilmente nel grezzo, nell’”arrabbattato” e, stilisticamente, nell’ingenuo. Molto di ciò che la Wire Orchestra suona richiama alla mente un’idea naif di psichedelia e improvvisazione (oltre che certo abusato rumore sonicyouthiano dcella prima ora). Idea coraggiosa da sostenere ma pur sempre vecchia e non foriera di innovazioni o invenzioni di sorta. I motivi per apprezzare un gruppo del genere sono altri: la dimensione squisitamente – e schiettamente – “fai-da-te”. Per il resto, si diverta chi può…

Bob Villani
(25/07/2005)




 
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